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Profilo

Albini è stato una forza di trasformazione nel mondo della moda. Ascolta o leggi il suo viaggio, da quando ha iniziato in adolescenza fino ai momenti salienti della sua carriera.

Profilo: un rivoluzionario della moda

Leggi la biografia completa.

WALTER ALBINI (1941 – 1983)
UNA FORZA TRASFORMATRICE NELLA STORIA DELLA MODA

Walter Albini nasce a Busto Arsizio il 3 Marzo 1941.
Sin dalla giovane età manifesta un forte interesse nei confronti della moda e si iscrive - appena sedicenne - all’istituto “Italo Cremona” di Torino, come primo studente maschio dell’istituto, precedentemente riservato solo alle donne.
Come prima esperienza professionale nel settore, inizia a collaborare con giornali e riviste, mettendo in campo il suo talento di illustratore e grafico per varie pubblicazioni di moda, realizzando bozzetti di sfilate a Roma e poi a Parigi.
Walter Albini vive a Parigi dal 1961 al 1965, lavorando per le agenzie di styling di Maimè Arnodin e Denise Fayolle, per le quali ha disegnato stampe e modelli per tessuti. È nella città delle luci che si innamora dello stile e della filosofia di Coco Chanel, che rimarrà una forte influenza per tutte le sue collezioni successive.
Nel 1963 crea la sua prima collezione per Gianni Baldini. Dopo aver conosciuto Mariuccia Mandelli, la famosa stilista nota come Krizia, si trasferisce a Milano per iniziare una collaborazione con lei che durerà tre anni. Durante la sua ultima stagione con Krizia, affianca Karl Lagerfeld, allora giovane e agli inizi della sua carriera.

Krizia permette ad Albini di continuare la sua esplorazione del design, lavorando con materiali e tecniche diverse: dalla maglieria allo studio dei filati, dalla produzione allo studio dei tessuti. Alla fine degli anni Sessanta disegna anche per alcune delle più influenti case di moda italiane dell’epoca, tra cui Billy Ballo, Cadette, Cole of California, Montedoro, Misterfox, Glans, Annaspina, Paola Signorini e Trell.
Durante questo periodo inaugura una nuova era per i metodi di produzione, in particolare la necessità di un rapporto diverso tra il designer e il produttore. Grazie a questa mentalità pionieristica, diviene promotore dell’idea delle collaborazioni tra marchi, in particolare con Etro per i tessuti stampati e successivamente con Ferré per la gioielleria, spianando la strada a nuove collaborazioni tra menti creative.
All’inizio degli anni Settanta, Albini si afferma tra i designer più richiesti in Italia, lavorando per l’industria manifatturiera. Tuttavia, sogna una linea che porti il suo nome. Albini rivoluziona così il settore, creando una sfilata di moda con il suo nome, riunendo cinque produttori di diversi settori in un’unica collezione di prêt-à-porter, che definisce il concetto di “total look”.

Albini è il primo a stilista a decidere di lasciare lo storico Palazzo Pitti di Firenze, a favore di Milano, dando di fatto inizio alle “Collezioni Donna” milanesi. Il suo lavoro pionieristico e il suo atteggiamento all’avanguardia segnano la nascita della tendenza del prêt-à-porter in Italia.
La sua collezione Autunno/Inverno 1971-72 riscuote un enorme successo tra la stampa e i buyers. Contemporaneamente, Albini inventa un nuovo modo di fare pubblicità, utilizzando solo disegni e stabilendo il concetto di “groupage” nelle riviste del settore. Sono i fornitori a pagare le pagine, non più gli stilisti.
Nel 1973 è riconosciuto a livello internazionale come uno dei maggiori stilisti italiani, accanto ai contemporanei quali Giorgio Armani e Gianni Versace. Decide quindi di fondare l’etichetta Walter Albini, prodotta da Misterfox. Con l’aiuto di Joan Burnstein, proprietaria della rinomata boutique Browns di Londra, presenta una sfilata nella capitale inglese. In quell’occasione introduce la giacca destrutturata, che diventerà un pilastro della moda nei decenni a seguire. La collezione segna anche l’introduzione di un’altra innovazione per il settore: la presentazione di una linea principale con un’immagine forte e vendite limitate, supportata da una seconda collezione con un appeal commerciale molto più ampio.
A metà degli anni Settanta, il talento creativo di Albini non aveva il sostegno commerciale necessario per soddisfare le sue ambizioni.
Dopo un periodo di lunghi viaggi internazionali, Albini riemerge sulla scena presentando una collezione maschile indipendente nel 1974, anticipando ancora una volta le tendenze degli anni a venire.
Il 1975 segna un’altra svolta per lo stilista, con due sfilate successive di Haute Couture, in collaborazione con Giuseppe Della Schiava. Sul fronte del prêt-à-porter, la collaborazione con Trell dà vita ad alcune delle collezioni più apprezzate della sua vita, come “Guerriglia Urbana”, “India” e “Folk”.
Nella collezione Autunno/Inverno 1975-76, l’artista presenta modelli sia maschili che femminili per sottolineare il concetto di moda unisex. Continua poi ad esplorare nuovi modi di presentare il suo lavoro, ad esempio presentando le sue collezioni sotto forma di mostra fotografica in una galleria d’arte, piuttosto che ritornare alle tradizionali sfilate di moda.
Dopo aver rotto i legami con Trell nel 1978, Albini rilancia il marchio omonimo in collaborazione con Mario Ferrari, creando tre collezioni.
Alla tanto attesa collezione Autunno/Inverno 1978-79 a Milano, sono presenti 3.000 spettatori. Fu un grande successo, così come la collezione successiva, Primavera/Estate 1979. Ma il rapporto con Ferrari si interrompe bruscamente dopo la sfilata Autunno/Inverno 1979-80. Negli anni successivi continua a disegnare per diversi produttori.
Albini ha casa a Milano e Venezia in Italia, ma anche a Sidi Bou Said in Tunisia. Viaggia costantemente e trae ispirazione da tutti i suoi viaggi.

Walter Albini si esprime attraverso l’arte, la moda, il design e il design di costumi per il teatro e il cinema, creando un mondo ricco di riferimenti e dimensioni.
Si spegne il 31 maggio 1983 a Milano, a soli 42 anni. Sebbene venga presto dimenticato dopo la sua scomparsa prematura, la sua eredità continua a ispirare designer influenti e emergenti.